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Nel presente articolo e nel successivo commenteremo alcuni aspetti della nuova piattaforma vSphere 7 uscita ad inizio marzo 2020.
Vsphere 7: cosa ci aspetta?
Il 10 Marzo 2020 VMware ha annunciato vSphere 7, il nuovo ecosistema pensato per il datacenter e l’Hybrid Cloud.
In questa nuova versione che sarà lanciata quest’anno, VMware ha introdotto nuove e notevoli features che aumentano le capacità della nuova piattaforma vSphere. In questo articolo vederemo due novità interessanti: Kubernetes e DRS.
VSPHERE CON KUBERNETES
Prima grandissima novità a partire da questa versione è l’introduzione di vSphere con Kubernetes (formalmente detto Project Pacific).
Questa prima aggiunta porta una profonda trasformazione di quella che è stata per anni la piattaforma di virtualizzazione vSphere, permettendo il support non più solo delle virtual machine ma anche dei containers.
Con Tanzu Kubernetes Grid Service è possible in tutta sicurezza e semplicità usare Kubernetes all’interno di vSphere, grazie al vSphere Pod Service è possibile inoltre ottimizzare e migliorare questo tipo di workload mantenendo sempre sotto standard la sicurezza.
Grazie a tutto questo sarà possibile all’interno della interfaccia di vSphere poter gestire differenti tipi di oggetti che siano Virtual Machine o Containers, così da supportare gli sviluppatori nella creazione di applicazioni sempre più moderne.
Come detto per gli amministratori VMware non cambierà molto, la gestione è sempre affidata ai medesimi tool e interfaccia che sono soliti usare, per poter però creare un ponte di connessione con questa nuova tecnologia all’interno di vSphere è stato creato un nuovo costrutto chiamato: namespaces.
Con questo costrutto è possibile creare e gestire un set di risorse, permessi e policy che consentono l’utilizzo della nuova tecnologia application-centric.
DISTRIBUITED RESOURCES SCHEDULER (DRS) MIGLIORATO
Il vSphere DRS, così come lo abbiamo conosciuto nel tempo, è stato ridisegnato per porter gestire al meglio le nuove tecnologie come containers e VM. Fino ad oggi il DRS ha sempre analizzato, tramite gli svariati algoritmi, il bilanciamento dei carichi su una base generale, ovvero lo stato del Cluster. Questo significava che, per fare le operazioni di vMotion all’interno del Cluster, quello che veniva preso in considerazione era era in maniera generica l’utilizzo di CPU, Memoria e Rete di ciascun host che compone il Cluster.
Con l’avvento di Kubernetes e quindi del maggior controllo e importanza della applicazioni, questo tipo di analisi e controllo doveva per forza di cose essere cambiato per seguire il nuovo modello di datacenter.
La nuova versione di DRS infatti utilizza un approccio differente per raggiungere il bilanciamento all’interno di un cluster. Quello che viene ora preso in considerazione è il parametron della “VM happiness”, questo significa che il DRS darà meno peso all’utilizzo delle risorse dell’host ma darà più priorità a quelle che sono le risorse date alla Virtual Machine ed ovviamente il loro utilizzo.
L’utilizzo di queste risorse viene monitorato tramite un punteggio che il DRS assegna a ogni Virtual Machine facente parte del cluster. Tutto questo viene inoltre calcolato ogni minuto così da poter avere un gestione molto più granulare, ottimizzata e responsiva.
Per ora è tutto.
Nel prossimo articolo approfondiremo le novità e miglioramenti relative a vSphere Lifecycle Manager e vMotion.
Stay tuned!
Credits: Giovanni Dominoni
VMware System Engineer @Value Transformation Services
VMware IT Academy Instructor @eForHum Regional VMware IT Academy
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